The way to Sachsenring 3 – Il distacco

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Il secondo giorno di viaggio non è stato il massimo, per me almeno. Dopo una meritata notte di riposo a Trins, la giornata iniziava con la consueta ispezione dei mezzi, cosa da fare con ogni tipo di veicolo quando si intende fare molti chilometri.

Nota è la mia sensibilità alla guida e quindi era possibile che all’occhio non sfuggisse quello che in marcia non avevo notato. Detto fatto, la corona della VFR era sdentata come una vecchia all’ospizio.

La ricerca di un possibile riparatore è finita prima a Innsbruck dove il fornitissimo Dealer Honda locale tutto aveva tranne che un kit catena corona pignone. Il prezioso addetto commerciale, dunque, ci invitava a recarci a Monaco di Baviera dove senz’altro ci avrebbero aiutato. Certo, una città grande… perché no. No perché non hanno tempo/voglia di fare questo lavoro. Queste le risposte ricevute al telefono. Vabè, rassegnati e pieni di ingegno, Alex e Max decidono che la soluzione tampone per farmi proseguire potrebbe essere quella di tirare un po’ la catena (in effetti a penzoloni) per arrivare quanto meno in pista e sistemare li con l’aiuto dei meccanici da corsa l’anziana giapponese.

E’ vero, dici, parti con una moto che ha quasi 30 anni e non guardi come sta la trasmissione finale? Diciamo che la vecchia si è fatta un tagliandone, con verifica candele, pulizia carburatori, olio, filtro, dischi e pasticche anteriori nuove… Insomma tutto, ma non quello. Non ci avevamo guardato, ci siamo dimenticati? Può essere, ma ormai chi è in ballo balli.

imageTorniamo a noi, fato ha voluto che, dopo aver effettuato l’operazione del tiro catena sotto lo sguardo attonito di un meccanico di auto che suo malgrado ci ha prestato le chiavi inglesi necessarie, ci siamo imbattuti in uno dei più forniti rivenditori della zona.

Si chiama Bikersaloon e oltre a vendere tutto quanto abbia due ruote, ha una bella officina, e un museo di moto storiche. Oddio, nella collezione c’è di tutto, anche discreta monnezza, ma non mancano i pezzi decenti come alcune MV Agusta degli anni d’oro e qualche moto militare di pregio come la KTM dell’esercito austriaco dotata di pattini laterali per la neve, fino alla vespa da guerra. Cosa mancava? Una VFR e oggi ero anche pronto a lasciare giù la mia.

Nel Bikersaloon c’è anche un bar dove si mangia e da bravi italiani, in attesa che riaprisse la parte ricambi del negozio abbiamo ucciso il tempo con un piatto locale: wurstel con formaggio, senape, cipolle e cetrioli sott’aceto. Na cosetta leggera che mi accompagnerà fino a destinazione.

Il verdetto finale del reparto ricambi parla chiaro. Il kit corona pignone e catena verrà consegnato domattina dallo stocchista e io sarò li per far montare il tutto sulla vecchia e vanitosa VFR.

La nota dolente è che i miei compagni di viaggio sono comunque dovuti andare via. I tempi iniziano ad essere stretti e nonostante la bella giornata, piena di tribolazioni, passata assieme, Alex e Max devono essere in pista mercoledì.

Domani sera vi racconterò come è poi andata.

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. marco maria ha detto:

    in una moto vecchia tutto è vecchio…

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