Addio al museo più alto d’Europa

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Inizia male, malissimo il 2021. La pandemia non molla, anzi, rilancia con varianti del Covid ancora più aggressive. In Italia il piano vaccinale – che i media osannano per il numero dei vaccinati – sembra ancora scritto sulla carta della pizza. Il governo (forse) cade e anche io non mi sento tanto bene, come direbbe Woody Allen.

Iniziamo male anche noi motociclisti. Perdiamo un gioiello della nostra storia. Un luogo che andava visitato, preservato, conservato e frequentato. Il 18 gennaio, nella notte è andato a fuoco il Top Mountain Museum, posto sulla cima del Passo Rombo nel versante austriaco.

La notizia mi ha lasciato di stucco. Ci ero andato lo scorso agosto in “pellegrinaggio”, il secondo per me in quel posto ben fatto e ben organizzato. In epoca di pandemia avevano eliminato la biglietteria, installato una macchinetta automatica per il pass di ingresso. C’era una mostra di Indian, poi la consueta parabolica di legno con sopra almeno 100 moto d’epoca, da corsa e di produzione. Una gioia per gli occhi. Dall’altra parte un altro centinaio di moto messe a gusto del curatore, senza una linea apparentemente logica, ma cosa è logico nella passione per la moto?

La notizia della distruzione del Top Mountain, che potete leggere QUI è una vera e propria tragedia della memoria storica del motociclismo mondiale. Non esagero. Le moto sono sempre la cenerentola del motorismo. Siamo quelli marginali nei numeri di vendita (in Europa soprattutto), elitari ma ignoranti e molto spesso non siamo in grado di proteggere i nostri tesori. Sono ancora poche le Case che dispongono di un museo completo della propria produzione dal principio.

La memoria è delegata a pochi facoltosi appassionati, di cui una sparuta minoranza è disposto a condividere il proprio tesoro con la collettività.

Ecco questi mecenati delle due ruote vanno aiutati a conservare la nostra memoria storica, di passione, di corse, di produzione. E noi motociclisti questi luoghi dovremmo frequentarli di più, per non scordarci che le moto erano passione anche quando non c’erano i radar, i sensori e gli schermi tft.

Si tratta della nostra storia. Non possiamo perderla per un incendio nella notte.

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