Abra cadAbraham, come il problema di Aprilia può diventare opportunità

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DI GIANLUIGI RAGNO

Tutto quello che si sa di Iannone, è che non si sa niente, appeso e sospeso com’è, dalle decisioni di FIM e Wada che sembra ci metteranno ancora un paio di settimane prima di emettere un verdetto.
In realtà dall’entourage del pilota di Vasto, una certezza comincia ad affiorare.
Sarà assoluzione o sarà batosta, questo dicono i suoi, questo pare aver dichiarato il pilota. Assoluzione lo sappiamo cosa significa. Batosta significa invece un anno o più, e quindi carriera compromessa se non finita, se gli anni saranno quattro.

Quello che potrebbe costare a Iannone, è quindi abbastanza chiaro.
Quello che invece potrebbe costare ad Aprilia, è tutto da misurare.

Ritardi nello sviluppo della moto, mancanza ulteriore di competitività, e danni seppur marginali all’immagine di un brand che ha bisogno di tanta pubblicità ma di certo non di quella di un pilota colpevole di aver preso un farmaco che serve non tanto a performare meglio, quanto ad avere muscoli più definiti in vista di servizi fotografici senza tuta che poco hanno a che fare con le corse.

Come se Aprilia avesse ulteriore bisogno di investimenti tecnici (e umani) andati a vuoto in un periodo di budget già non troppo robusti con risultati che faticano ad arrivare e il tempo che scorre inesorabile.

E’ il momento, e qualcuno dovrà pur farli, dei conti della serva. Un milione e ottocentomila euro, a tanto ammonta l’ingaggio che i Veneti potrebbero risparmiare in caso di colpevolezza del pilota. Licenziamento per giusta causa, tutti dispiaciuti e leggeri dai sensi di colpa ma pesanti di quasi due milioni di euro risparmiati con un rider che comunque vada la fiducia della’azienda se l’ha già messa a dura prova in varie occasioni.

A questi andrebbero aggiunti i quasi 2 milioni portati in dote da un Abraham che il tester non vuole farlo ma il pilota sì, e per questo sarebbe disposto a pagare.
Quasi quattro milioni di euro che, fra pagarli e incassarli, come si dice in Toscana, sono quasi 8. Tutto denaro che potrebbe tornare utilissimo nello sviluppo di una moto nuova che ha molto bisogno di risorse.

Del resto, e non è cattiveria ma un dato di fatto, qualche risultato isolato a parte ad opera di Iannone, è tutto lavoro che possono fare tranquillamente anche Smith ed Espargaro, per non parlare del fatto che Abraham, nonostante non sia un fulmine di guerra, è comunque un pilota esperto che si è sempre dimostrato più che professionale nell’approccio, con in più la magia del fatto che i soldi non li prende ma addirittura ce li mette. Abra cad Abrham.

E nel caso non dovesse andare in questo modo, Aprilia ha pur sempre Savadori. Il pilota a piedi con più chance che ci siano, qualora non dovesse andare troppo piano nei test, potrebbe addirittura tornare ad essere quell’uomo Aprilia a tempo pieno che tutti gli dicono di essere, per la gioia di Noale e del suo manager Gresini.

Per Aprilia, quindi, il problema diventa opportunità. L’unico veramente nei guai, lo sappiamo chi è.

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