Una moto come deve essere, anzi una Honda come ti aspetti che sia. La CB1100, la moto “instant classic” della casa con l’ala è quello che vedi, anzi qualcosa di più.
Non sono un giornalista che si occupa di prodotto, almeno non faccio questo da molto tempo, ma avevo piacere di provare la Honda CB1100. Forse sarà per il fatto di aver avuto nel mio passato una CB750 Four del 1973, forse perché sto invecchiando, non so, ma c’era (e c’è) dell’attrazione.
Inizio con il dire che questa moto è una moto. Niente plastica, se non per gli strumenti, tutto ferro, tutto vero. Il serbatoio si rifà alle CB degli anni ’80 a mio parere, ma è bello stretto, comodo tra le gambe con il vezzo di far vedere dall’alto la testa del bel 4 in linea raffreddato ad aria.
In sella si sta comodi. I piedi vanno a terra, anche se siete tappi come me. Le gambe non sono mai stese, anzi, un po’ piegate, senza affaticare. Il manubrio è a portata di mano, come deve essere.
Poi giri la chiave e zzzzzzz, il 4 in linea prende vita. Bello, pastoso e amico, non abbiamo di fronte una di quelle belve inferocite che cercano di strapparti dal pianeta a ogni accelerata, ma una compagna di viaggio capace di trottare come di accelerare a dovere.
In città è il massimo. Abito in centro a Roma e dove di solito mi saltano le otturazioni, anche con lo scooter, con la CB sembra abbiano rifatto l’asfalto e rimesso a posto i sampietrini. Il merito è delle ruote dal grande raggio e delle sospensioni, che lavorano come si deve.
Impressionante la coppia del 4 in linea di questa Honda. A 50 km/h è possibile mettere la quinta (si ha 5 marce e va bene lo stesso) e zizagare tra le macchine con un filo di gas senza scossoni. Alla fine 90 cavalli bastano e avanzano, unico limite è la copertura aerodinamica. Con la CB i 110 km/h diventano la velocità di crociera ideale. Dopo, siamo nel mondo del fachirismo.
Frenare frena. Sembra una moto vecchia, ma c’è il Dual CBS-ABS. Tre dischi, due avanti e uno dietro fanno tutto il loro dovere e se serve c’è anche l’antibloccaggio che aiuta in tutte le situazioni.
Si tratta di una moto da tutti i giorni, da viaggio anche, ma solo con le statali. Da coppia, certo che si, il vostro passeggero sta comodo e se chiacchiera lo sentite anche senza bluetooth (sempre a velocità codice). Con il Chrome Kit, di cui è dotata la CB che sto provando (fianchetti, strumenti, faro e copertura spie cromate, tappi forcella anodizzati rossi + portapacchi) la moto brilla che è un piacere. Apprezzo molto il portapacchi. Ma non riesco a vedere questa moto con un bauletto, la poesia sparirebbe un un attimo con una scatola scura sopra al bel faro posteriore.
Mi piace? Sì e tanto. La CB 1100 costa però caruccia, 11.000,00€ senza Chrome Kit, una bella cifra, ma questa è una di quelle moto da conservare, una di quelle che non si dimenticano e che non passano di moda con un restyling.
È un concetto. Lo stesso concetto che alla fine, per il ritorno in sella dopo anni, mi ha fatto atterrare in Triumph. No, non la Bonnie, ma una molto più fascinosa (per me) scrambler colore rosso e argento. Tutta “de ferro”, quei pochi cv più che sufficienti e quello stile tutto anni ’70/’80. E qua to me la godo sulle statali…