Grazie di tutto Jorge

di Roberto Pagnanini

Valencia è una bella città, forse il miglior compromesso per chi oggi voglia decidere di vivere in Spagna; una città tranquilla, con tanta storia e da una ventina d’anni anche con un bel circuito.

Per il Motomondiale poi, quello della capitale valenciana rappresenta tradizionalmente l’ultimo appuntamento stagionale ma non solo perché giusto il tempo di spegnere le luci, ed i motori, che il giorno seguente al gran premio, con i test ufficiali, tutto si rimette in marcia con lo sguardo puntato già sul prossimo campionato. Verrebbe da dire non un GP qualsiasi quello di Valencia, ma un vero ponte tra passato e futuro.

Già, futuro … Li dove le speranze ed i sogni di gloria di inizio stagione lasciano spazio a bilanci e certezze per poi risorgere nuovamente con indosso tute e moto di colore spesso differente, quest’anno, per qualcuno, tutto è stato diverso. Valencia ed il suo bel circuito sono stati testimoni oggi di un addio: Jorge Lorenzo cinque volte Campione del Mondo di motociclismo, due volte nella quarto di litro e tre nella MotoGP, 296 gran premi più uno, quello che appunto si svolgerà questo week end sul Ricardo Tormo, 152 podi dei quali 68 vinti e 69 pole position, ha deciso che con le corse può bastare. Una notizia che aleggiava nell’aria ma che tutti facevano salti mortali per schivare.

Una conferenza stampa con tanta gente si fa fatica a ricordarla cosi come fatico io stesso a descrivere l’emozione che si è respirata li dentro. C’erano tutti, dai piloti ai team manager, dagli amici a chi, forse, Jorge cosi da vicino non l’aveva mai neppure visto. Diretto, a volte scomodo, a volte anche antipatico ma veloce, sempre tanto maledettamente veloce e quando ti rendi conto che qualcosa cambia, è giusto dire stop.

foto credit motogp.com

Diciassette anni, diciotto stagioni, sono trascorsi da quando Parafuera entrò nel paddock del motomondiale. Un maiorchino con alle spalle la Copa Derbi, un monomarca come tanti altri capace in quegli anni di sfornare piloti che sono andati poi ad alimentare quella movida che ha portato in Spagna titoli mondiali a ripetizione.

Quel gran premio lo ricordo benissimo. Eravamo a Jerez de la Frontera per il terzo appuntamento stagionale e lui ancora non aveva compiuto i fatidici 15 anni necessari per poter debuttare nel Motomondiale. Fu cosi che il venerdì rimase nel box ed il sabato, dopo aver spento le candeline, salì in moto. Il resto è storia conosciuta. Solo per la cronaca, in una gara vinta da Lucio Cecchinello, Jorge giunse sul traguardo ventiduesimo in sella alla sua Derbi, con oltre un minuto di ritardo.

Il tempo passa ed a volte neppure ce ne rendiamo conto tanto siamo presi dal quotidiano. Personalmente rivivo quelle emozioni come se le avessi vissute ieri ma purtroppo non è cosi. L’arrivo di Jorge coincise con la fine di un piccolo ciclo per noi della DRD, Derbi Racing Development, che nelle stagioni dal 2000 al 2002 avevamo collezionato nella ottavo di litro tre secondi posti nel mondiale con Youichi Ui e Manuel Poggiali oltre che aver vinto il titolo sempre con il sanmarinese.

In tutto questo arrivò quella che fu la prima di quattro vittorie che Lorenzo ha conquistato in 125, e quale posto migliore per farlo se non Rio? Ma arrivarono anche tanti momenti dove il suo carattere non lasciava scampo tra caschi tirati nel box, lacrime di rabbia e tanto altro. La foto di Jerez con la torta sormontata da quelle due candeline a formare in numero degli anni e quella scattata oggi nella sala stampa di Valencia con a fianco un Carmelo Espeleta, il patron di Dorna, visibilmente emozionato, rappresentano l’inizio e la fine della carriera sportiva di un grande Campione. Parafuera ha deciso che con le corse può bastare e questo è tutto.

Quella torta la ricordo bene cosi come la domanda che mi sembrò scontato rivolgergli in quel momento: “Jorge cosa ti piacerebbe come regalo?” Lui senza pensarci un momento mi disse: “La foto con l’autografo di Biaggi!”. Andammo insieme al suo motorhome e li, forse, il suo primo sogno si avverò. Nella grande ipocrisia di un mondo fatto di sorrisi infimi e dove il motto mors tua vita mea impera, oggi ci sarà qualcuno che tesserà le lodi di Jorge e si taccerà per suo grandissimo amico, dipingendolo magari come simpatico, apparendo triste e rammaricato per le sorti di un Campione che avrebbe certamente potuto raccogliere di più. Bene, allora diffidate.

La simpatia non è certamente la dote più apprezzabile di Lorenzo. L’essere vero sì, l’essere fragile sì e se lo sei, e non vuoi che gli altri ne approfittino, devi farti una corazza. Cinque mondiali sono tanti e la Dorna in occasione del prossimo GP di Jerez gli riserverà l’onore di entrare nella Hall of Fame.

Personalmente credo che avrebbe potuto vincere di più e che a volte, o per colpa sua o per chi in quel momento ha gestito le sue sorti, le scelte prese non siano state quelle corrette.

L’ultima? Non dargli un futuro in Ducati nel momento in cui con la rossa iniziava a vincere. Forse a Bologna non l’hanno capito ma in Honda certamente si e portarlo dalla loro parte ha risolto tanti problemi . Il mio personale ringraziamento a Jorge non è legato alle tante emozioni che mi ha fatto vivere in pista, per quelle dovrei ringraziare decine di altri piloti allo stesso modo; io a Jorge dico grazie per una amicizia che non era scontata e che anche da lontano non ha mai cessato di essere tale, per quel fermarsi sempre e comunque in un paddock affollato per salutarci e per tante altre cose.

Nella vita un inizio ed una fine ci sono in qualsiasi cosa, spero mai nella nostra amicizia.

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