Il 2020 scende in pista oggi, ma il campionato da seguire sarà quello dei collaudatori

La stagione 2020 della MotoGP inizia ufficialmente con i tradizionali test di Valencia. Due giorni sulla pista che è stata teatro dell’ultima gara della scorsa stagione per iniziare a mettere a punto le moto in vista dei ben più risolutivi test della Malesia, dove scenderanno in pista le moto semi definitive ed evolute rispetto a quelle del 2019.

Ci saranno grosse novità da subito a Valencia. I Marquez sulle Honda, una con i colori ufficiali per Marc e una grezza e ufficiale del team LCR per Alex, per il momento. Ricordo che tempo fa l’8 volte campione del mondo Marc definiva suo fratello più bravo di lui. Staremo a vedere. A parte questo debutto, in effetti, tutti i rookies che saliranno dalla Moto2 non destano particolare attenzione. Quello che più mi interessa è la questione Zarco. Il francese è tentato dal ritorno in Moto2 con il Team Marc VDS, ma Ducati lo vorrebbe in sella a una delle sue Desmosedici Factory nel Team Avintia, ma Johann non si fida molto della compagine spagnola. Avrà i suoi motivi. Nel frattempo Avintia ha firmato un contratto con la casa di Borgo Panigale che estende la sua collaborazione alla gestione di moto buone, le stesse di Pramac per intenderci.

In Yamaha, Rossi continua a lanciare i suoi gridi di dolore. Ma la situazione vera è un’altra. Nel finale di stagione la M1 “privata” affidata a Fabio Quartararo e a Franco Morbidelli è stata la vera seconda forza del mondiale, con Maverick Vinales ad aver concretizzato questa tendenza in Malesia con una vittoria. Il lamento di Valentino, dunque, appare quanto mai stonato e fuori posto. Non servono capi tecnici con nuove idee e nemmeno un miracolo tecnico, serve leggere la classifica per vedere come il Team ufficiale della Yamaha sia stato subissato dai ragazzi del Team Petronas, formato nella maggior parte da personale “scartato” dai vari Rossi e Vinales.

Ducati dovrà tirare qualcosa fuori dal cilindro se non vuole ripetere una stagione disastrosa come quella appena passata. La posizione di antagonista del mondiale, che alla fine lo perde sempre, non può essere un  punto di arrivo e l’alibi Marquez non può reggere in eterno. Il 2020 che inizia a Valencia, per questo, sarà cruciale per Gigi Dall’Igna e tutto il racing di Borgo Panigale che dovrà dimostrare il suo valore anche in SBK, cercando di gestire al meglio piloti e situazioni.

Questo succede per le squadre e i team ufficiali. Nella mia opinione, comunque, quest’anno, si svolgerà una stagione parallela, che forse vedremo pochissimo; quella dei tester. Per sviluppare una MotoGP ci vogliono piloti di prim’ordine, non bastano buoni piloti. Come abbiamo visto in passato a “fare” le Honda e le Ducati ci si è messo un certo Casey Stoner, ora che l’australiano è andato a pescare e ha messo il casco al chiodo, la KTM ha assoldato Dani Pedrosa accanto a Mika Kallio, l’Aprilia usa Bradley Smith, mentre la Yamaha potrebbe arrivare addirittura Jorge Lorenzo. Il maiorchino, che ha lasciato il posto al fratello di Marc Marquez, potrebbe mettersi al servizio della casa dei tre diapason, portando in dote le esperienze fatte in Ducati e nella difficile stagione fatta in Honda.

Se due indizi fanno una prova, ecco quello che mi fa pensare a una presenza di Jorge dietro le quinte dello sviluppo della M1: Jonas Folger, ottimo pilota tedesco che aveva aiutato a provare la Yamaha è stato scaricato prima della Malesia e Valentino ha benedetto in una intervista la possibilità che Lorenzo possa tornare come tester. Lorenzo non ha voglia di correre, ha perso le motivazioni, ma di certo ha ancora tanta voglia di andare in moto. In questo panorama potrebbe arrivare anche Johann Zarco. Il francese potrebbe accostarsi a Pirro in attesa di un posto in un team a lui gradito nel 2021. Vedremo cosa succederà, dopo Valencia.

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