Chi è stato? Marquez che si allenava, il Dott. Mir che ha sbagliato, la Honda che ha spinto per un rientro in pista troppo presto?
Non lo sapremo presto, non avremo una visione d’insieme. Ma possiamo analizzare la situazione così come ci viene presentata.
I media spagnoli non hanno dubbi, o almeno ne hanno avuti tanti, prima su presunte pressioni per rientrare subito in pista, poi su palesi errori nell’operazione al braccio di Marc Marquez fatta dal “miracoloso” dott. Xavier Mir, prima osannato come nuovo guru della medicina motociclistica, ora trattato come uno specializzando di ortopedia al primo anno sulle colonne dei media iberici proprio per – presunti, non sono in grado di giudicare il lavoro di un medico – errori nella vicenda operatoria del campione spagnolo.
Ora ci si mette anche la Honda. Il colosso giapponese vuole vederci chiaro anche perché l’assenza di Marc Marquez costa milioni che vengono spesi per rendere la RCV più umana, per pagare ingegneri in più, per lo stipendio di Bradl (che costa poco…), per convincere gli sponsor a non scappare. Ma chi della Honda vuole vederci chiaro? Il management spagnolo (il team manager Alberto Puig, che molto lineare fino ad ora non è stato) o i vertici a Tokyo? Ah, saperlo.
Certo è che qualcosa si è rotto nell’idillio che sembrava circondare Marquez e la Honda quando le cose andavano bene e gli anni insieme si contavano con i mondiali vinti. Il 2021 ha fatto suonare la sveglia, Marc non è ancora a posto e la Honda è ancora la sua moto, nel senso che ancora solo lui riesce a guidarla. Serve un colpevole in questa storia.
Se Xavier Mir abbia sbagliato a mettere le mani sul braccio di Marquez, già finito tre volte sul tavolo operatorio, è difficile dirlo con certezza. Certo tre operazioni sono tante. Certo è che la storia della finestra aperta che avrebbe peggiorato le condizioni del campione catalano, da sempre ha fatto acqua.
Sembra una scusa, quella usata da Marquez, un po’ come fa lo scolaro che dice alla maestra del cane goloso dei compiti, quando lui non li ha fatti per giocare alla PS. Ora, dopo 6 mesi di distanza, la storia della frattura per aprire la finestra è presa come pretesto da qualcuno in Honda per dubitare di Marquez. Uno scoppio ritardato che rischia di incrinare per sempre i rapporti tra la Casa giapponese e il suo (ex) pupillo, che sottolinea quanto questa vicenda sia stata gestita male dal principio da entrambi. Le bugie hanno le gambe corte, vero, ma in questo caso, se prima si voleva coprire in qualche modo una leggerezza di un campione mangia avversari, ora si cerca un pretesto per scaricare o limitare nel faraonico compenso un pilota maldestro. In questa storia, infatti, sono i soldi a contare. Marquez aveva confermato la sua presenza in Honda fino al 2024, mettendo nero su bianco i suoi lauti stipendi e accordandosi su bonus e sponsor personali, ma adesso questo atto quanto vale?
Marc non corre da quasi un anno. Non vince da quasi un anno. Non esce sui giornali con la sua tuta e la sua moto Repsol da quasi un anno. Di fatto, non lavora da quasi un anno per un infortunio che da più o meno banale sta rischiando di mettere a repentaglio la sua carriera. Il motorsport nel suo livello più alto non prevede assistenzialismo. Corri, vinci, ti pago, stai fermo, costi, mi voglio liberare di te.
Brutto a dirsi, ma sembra di assistere allo scarica-Marquez. Quando il danno si fonde con la beffa. Marc lo sta capendo bene e per questo cerca di veicolare immagini rassicuranti di allenamenti ripresi. La stagione riprende tra poco e il nervosismo ai piani alti sale.
Dispiace non trovare un nome ed un cognome in calce a questo pezzo. Perchè così avrei fatto le domande a qualcuno, e non ad un nessuno.
Quanti altri piloti hanno avuto una frattura completa e scomposta dell’omero negli ultimi 10 anni?
Quali persone dell’entourage di Marquez erano presenti al termine dell’operazione per sentire l’opinioni di Mir sul poter correre la settimana dopo?
Quali persone di HRC hanno consentito il ritorno in sella al pilota di Cervera a meno di una settimana dall’inserimento della placca? E sulla base di che cosa?
Essendo un costoso professionista è corretto valutare in modo severo Marc Marquez, rivedendo punto per punto il suo comportamento. Che non è privo di colpe: aveva già sbagliato nella stessa curva durante la gara, aveva già recuperato un quantitativo enorme di tempo e punti. Ma ha commesso il secondo errore della giornata, facendosi male. Un dirigente accorto non lo rimette in sella in poche ore…
HRC ha tutto il diritto di incolpare il pilota, ma non deve scordare di accettare le colpe. Aziendali e dirigenziali, visto che è HRC stessa a scegliere chi mettere a capo delle moto e del team.
Grazie del tuo intervento, mi piace la tua riflessione. Anche io ho fatto una riflessione in base a quello che ho letto e ai sottotraccia che ho intravisto. Trovo condivisibile la tua analisi e molte delle domande che poni, per entrambi, rimarranno senza risposta. La storia dell’infortunio è un mistero, le azioni successive poco ordinate. In tutto questo, a me pare di scorgere, una intenzione nemmeno tanto velata di rimettere sul tavolo almeno l’ingaggio del pilota, che è oneroso e non giustificato (penso, agli occhi di chi paga quei denari), se il pilota non corre e non vince. Vediamo come andrà a finire.
Luca