Lo so da una vita, che non sono scemi i motociclisti. Siamo una razza di appassionati, obnubilati dalla bellezza della guida e dalle emozioni che la moto ci trasmette, ma siamo anche una “razza” estremamente attenta e sospettosa.
Lo so bene perché qualche anno fa partecipai alla start up del canale a pagamento di SKY MotoTV. Era, sulla carta, una fonte di business certo; fatta l’equazione motociclisti/abbonamenti SKY ci si aspettava di far crescere verticalmente il canale, ma così non fu. L’idea, seppur geniale, non incontrò la disponibilità dei clienti a due ruote che proprio non se la sentivano di aggiungere qualche euro in più al loro abbonamento alla paytv per vedere le moto.
Ecco, questo episodio mi è venuto in mente quando ho letto, in questi giorni di fine anno, come il telepass moto non abbia avuto tutto il successo che i suoi promotori si aspettavano. La causa del pedaggio ridotto per le due ruote mi trova completamente d’accordo. In altri Paesi d’Europa le due ruote sono riconosciute dai caselli o dai sistemi che li gestiscono e vengono fatte pagare in modo più leggero rispetto alle auto. L’anomalia del tutto nostrana, figlia forse di una impostazione arcaica della concezione dell’utilizzo delle autostrade, deve essere sanata e l’iniziativa portata avanti da Motociclismo è quantomeno una scossa al sistema.
Il telepass moto, invece no. Il fatto che l’iniziativa sia stata presentata come “sperimentale” e non definitiva è stato un elemento di sospetto a fronte della richiesta di un apparecchio telepass dedicato, visto che la quasi totalità dei motociclisti è anche automobilista e dunque già ne dispone. C’è stata anche una certa confusione iniziale, perché fatto il telepass moto, per i primi mesi la tariffazione è rimasta normale per poi essere stornata successivamente. Altro punto è la difficoltà di reperire il dispositivo. Personalmente ho provato a fare la procedura di acquisto in autostrada in una dei punti di distribuzione automatica di telepass e ho scoperto che l’opzione moto non era presente, costringendo dunque a ricorrere ai sempre meno presenti “Punto Blu” della società autostrade.
In questi giorni è trapelato l’allarme, il telepass moto potrebbe essere soppresso e con lui il vantaggio sulle tariffe del 30% per i dueruotisti a causa della scarsa adesione all’iniziativa. Forse c’era da aspettarselo vista la macchinosità e l’oscurità in alcuni punti di questa operazione (come descritto qualche riga più su), ma almeno c’è stata una presa di coscienza che le moto esistono anche sulle autostrade. Il fallimento del telepass moto, se ci sarà, dovrà essere la pietra angolare per far capire che far pagare il giusto a un mezzo come la moto, rispetto alle auto, è un atto dovuto non solo per il volume di affari che si verrebbe a generare, ma soprattutto per una reciprocità tariffaria che dovrebbe essere rispettata dall’Italia in Europa.
Perché non siamo scemi, siamo motociclisti.