#pendolaires, Da qui la Cina è più vicina

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Il mio punto di osservazione è cambiato. Da quando vivo tra l’Argentina e l’Italia non posso fare a meno di notare come siamo rimasti al palo nel nostro Paese. Non è una critica politica, assolutamente, mi tengo fuori da ogni discorso pruriginoso, mi riferisco al mercato motociclistico.

Siamo – giustamente – appassionati dei nostri marchi storici, quelli che conosciamo meglio, ma non sappiamo nulla di quello che sta succedendo al di fuori del nostro perimetro. Ebbene, l’Argentina su questo mi sta aprendo gli occhi. Grazie alla disponibilità di Beta Argentina, come avete visto nei miei precedenti post, ho avuto la possibilità di provare una Zontes X 310. Dopo questo test mi è venuta ulteriore curiosità e sto continuamente approfondendo il discorso Cina nelle moto.

Come sempre, iniziamo dai numeri, per capire la portata produttiva e il mercato di questo grande paese. Al termine del primo semestre, il mercato moto cinese ha venduto 7,7 milioni di pezzi (moto+scooter) con una flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 3,1%, in questo trend si pone la crescita degli e-scooter e una flessione degli scooter tradizionali del 15% (!). Ma attenzione, c’è un mercato che fa meglio ed è quello indiano dove le vendite del 2018 sono state maggiori di quelle cinesi di 7 milioni di unità arrivando a oltre 24 milioni di pezzi all’anno! Questi due Paesi, dunque, sono i maggiori produttori di moto del mondo ed è un fatto. Ora però dobbiamo accettare anche un altro fatto; cinesi e indiani, ora le moto le sanno fare.

Non parlo per sentito dire. Mi riferisco a quello che vedo tutti i giorni. Come accennato in un altro dei miei post, il mercato argentino delle moto è caratterizzato da cilindrate basse per i nostri standard, basti pensare che qui le moto 400 sono medie, le 250 sono le più diffuse, le 180 le più usate. Ecco tutte queste moto hanno provenienze al 60% cinesi e 40% indiane. Viste le distanze enormi di un Paese grande come l’intero continente europeo (l’Argentina) sappiate che in molti per diletto salgono sulle loro motorette da pochi cc che noi in Italia schifiamo, e si fanno anche tappe da 1000 km per farsi un giro. Le percorrenze medie sono enormi, quindi e queste motine fanno così bene il loro dovere da rompersi anche poco, spesso si fermano per la negligenza dei loro proprietari più che per rotture strutturali.

Dal mio osservatorio argentino, quindi, vedo moto cinesi (e indiane, anche, su) sempre più europeizzate, sempre più curate, sempre più attraenti, anche nelle basse cilindrate. Nel G20 che c’è stato a Buenos Aires lo scorso anno, la Polizia Federale ha usato delle moto simili a delle BMW RT, si trattava di alcuni esemplari di CF Moto modello TK (come quella in evidenza), cilindrata da 650 cc, già preparati per lo scopo in Cina. Si tratta di moto tourer, con parabrezza regolabile elettricamente, manopole riscaldate, cruscotto digitale, abs e sospensioni della WP con pinze freno della J.Juan. Un bell’oggettino che potrebbe circolare sulle nostre strade, visto che il motore deriva da quello della Versys 650, Kawasaki infatti ha concesso la costruzione su licenza di alcuni dei suoi motori alla casa cinese (il 400 e il 650). Da notare come tutta la produzione di questa marca, la CF Moto, sia Euro 4 e infatti c’è già qualche stato europeo che le commercializza, come la Spagna.

In Spagna ci sono in circolazione anche le Zontes, che ho provato. Tutte Euro 4, ma con meccanica e componentistica “home made” di alto livello. In Argentina, molti distributori locali, usano marcare le moto cinesi con altri marchi, più rassicuranti. E’ il caso della Gilera Argentina, che non c’entra nulla con la nostra Gilera, anche se il marchio è il medesimo. Tutta la produzione del marchio dei due anelli celeste oro è di provenienza cinese, con vari produttori a fornire modelli diversi sia di scooter che di moto vere e proprie. Tra queste la V650 Spectra, una naked con telaio perimetrale e motore da 650cc monocilindrico di derivazione BMW, ma prodotto in Cina da Loncin.

Nel segmento medio, ovvero quello tra i 300 e i 400 cc in Argentina le cose si fanno sul serio. La battaglia si sta facendo importante soprattutto tra Bajaj con la Dominar 400, la KTM con la 390 Duke, la Zontes con la sua gamma 300cc e dal basso inizia a farsi vedere anche la CF Moto, prima con la NK 250 e ora con la NK 400. Questa moto adotta il telaio, lo schema sospensioni e il motore derivato dalla Kawasaki Versys, solo con cilindrata inferiore. Ha più cavalli delle due “indiane” (Bajaj produce in India la KTM 390 dalla quale a sua volta fa derivare il motore per la sua Dominar) e molto più appeal avendo dimensioni da moto vera. Anche questa ha ABS e emissioni Euro 4. A frenarla per ora sul mercato argentino è il prezzo che si avvicina (al momento in cui scrivo, qui l’inflazione picchia duro) a circa 300.000 pesos (circa 6 mila euro), ma in Messico questa moto costa poco più di 4 mila dollari americani.

Insomma, a guardare bene, ci sono marche cinesi (e indiane, sì dai) che possono accedere al nostro mercato proponendo moto a basso prezzo di qualità. Forse fornirebbero uno stimolo ancora maggiore al nostro mercato e agli appassionati che per il momento mettono da parte l’acquisto di una moto per via dei costi di acquisto e mantenimento. Vista da qui, la Cina non mostra solo prodotti di scarsa qualità con design copiati di sana pianta, ma si nota una ricerca anche di appeal che prima non c’era. La CF Moto, ad esempio, affida il suo stile ai designer di Kiska, che sono gli stessi che hanno ridisegnato tutte le KTM (e Husqvarna) attuali, Loncin si affida sempre di più a ingegneri italiani per lo sviluppo dei motori e dove non si arriva a tanto, i costruttori della “grande muraglia” si accordano con i colossi giapponesi per poter fornire le loro moto di motori collaudati e affidabili, fino ai nostri storici costruttori, come MV Agusta, che proprio con Loncin si è andata ad accordare per produrre una gamma di moto in Cina.

La domanda è allora, siamo pronti a riconsiderare le moto cinesi (e indiane)?

Sarà che vedendole in giro per Buenos Aires mi sono abituato alla loro presenza… Io sono pronto.

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