Vi prego mettete giù le chiavi inglesi, vi prego…

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Sono proprio belle le fiere. L’ultima, Motodays che si è svolta alla Fiera di Roma è stata in primo luogo un bel segnale di vitalità.

Tante moto vere, tanti cavalli esposti, tante idee per viaggiare, correre su pista o per andare in città. Bello. Le moto sono presenti e sembra non vogliano estinguersi nonostante politiche sempre più disgraziate attuate dalle amministrazioni locali e centrali, contro quella che in definitiva è un’alternativa credibile per la mobilità. Su due ruote si è più efficienti (si consuma meno per quanto si sta su strada rispetto a bus e auto) e si occupa meno spazio. Ma vallo a far capire…

Dicevo al Motodays tanti spunti interessanti ma anche dei veri e propri obbrobri. Succede che come inizia a farsi vedere una moda, questa diventa odiosa anche perché trascende sempre di più il concetto di bello. Ricordiamoci che siamo un paese pieno di professionisti della moto, capaci di fare veri e propri capolavori, ma attenzioni, di questi tempi ci sono anche dei macellai.

Per questo, vi prego, state attenti voi che cercate una moto personale. Una moto brutta è brutta anche se personale e diversa dall’ordinario. E’ sin troppo facile pensare di aver fatto una special togliendo fiancate o carene. Non è così che si fa. Volete una moto vera, fatta per voi, bene lasciate a terra le chiavi inglesi, non avvicinate quel cannello della fiamma ossidrica, non è così che farete una bella moto.

Ci vuole un minimo di studio e di concetto per tirare fuori una moto, che funzioni che sia utilizzabile almeno più dei tre chilometri che vi separano dal bar. Ci vuole passione e non l’affettatrice per levare pezzi che ingegneri di tutte le nazionalità hanno messo proprio li in quella posizione dopo aver fatto centinaia di ore di prove. Stessa cosa vale per le luci. Vedo in giro moto spogliate di tutto, tranne che di fari e altri ammennicoli da albero di natale. Attenzione l’impianto elettrico e i suoi componenti sono stati fatti per un certo fabbisogno energetico, poi si rompe.

Siete tutti liberi di fare quello che volete, ma essere biker con una special non significa avere in garage un divano in pelle, farsi i baffi come Francesco Giuseppe d’Austria disporre di una povera moto da spolpare e condire con manubri impossibili, corde, selle da fachiro e con gomme da autocarro.

Quindi non fidatevi degli improvvisati, non fidatevi dei look eccessivi o troppo minimalisti, diffidate degli accroccatori di pezzi diversi. Piuttosto cercate bene gli artigiani delle moto, quelli che sanno disegnare e costruire un sogno, magari il vostro.

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