Vintage Tour, Karnitsche Strasse, Passo Giovo e Rombo (quarta parte)

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Oggi grande giornata di moto. Grandissima. Il punto di partenza è stato la statale austriaca 83, dopo il confine italiano in direzione Karnitsche Strasse per arrivare in Val Pusteria e di li passare in direzione Brennero.

Il piano, elaborato da Fabrizio, prevede due passi impegnativi per la vecchia VFR, si tratta di salire a oltre due mila metri dopo aver percorso strade comunque sui 1500.

Ma la VFR non si sente vecchia e non batte ciglio riguardo i malsani piani che le si stanno proponendo.

La Karnitsche strasse, per chi non  la conoscesse è un dedalo di tornanti e asfalto che cambia larghezza in base alle montagne che attraversa. C’è un solo problema: il fondo sconnesso che è all’altezza della prenestina, solo che in questo caso le toppe vanno avanti per una cinquantina di Km, tornanti e curve cieche non sono escluse, quindi se avete intenzione di farla, occhio. La Karnitsche strasse la potete prendere da Villach o da San Candido, noi siamo arrivati in Italia con questa strada.

In Patria ci ha accolto un bel caldo e il traffico da bollino nero in uscita dall’A22 verso la montagna, un incubo soprattutto in Val Pusteria. La situazione è migliorata ma di poco nella salita verso il Giovo.

Migliorato per le macchine ma peggiorato per i ciclisti. Ora, non voglio alimentare una polemica attuale, ma a volte le bici sono indubbiamente pericolose. Personalmente ho incontrato due incoscienti in volata tra di loro a passa 60 km/h. I due erano appaiati e non in fila, in un punto decisamente pericoloso. Si certo, anche chi va in moto è “pericoloso”, ma diamine ho avuto paura per loro.

Il passo Giovo è decisamente bello e impegnativo per una moto come la mia, non di primo pelo, ma a dirla tutta anche io ho sofferto. I semimanubri sono una bella cosa, stavolta la salita e la discesa sono stati una palestra.

C’è qualcosa che comunque dobbiamo imparare dagli austriaci, il marketing dei passi alpini. Nella nazione nostra confinante, la maggior parte dei passi calcati dai motociclisti è a pagamento (quindi anche noi motoranti contribuiamo e parecchio al benessere di quel Paese), con strade in buono stato e con anche un adesivo in omaggio a fronte del pagamento di una gabella che va da 10 a 24,5 euro. Sul Giovo, solo un baretto in una baita che vende – nell’era di internet e dei telefonini connessi con fotocamere da milioni di pixel – le attualissime e ricercatissime cartoline da spedire (che con la nostra Posta… vabbè).

Dal Giovo ci si butta giù verso valle per andare a prendere la strada che da San Lorenzo sale verso il Passo Rombo o Timmesljock. La strada rispetto al Giovo è più impegnativa e lunga, e anche le altezze sono diverse. Se sul sprimo si scollina a 2090 metri slm, sul Rombo siamo a circa 2500 m.

La strada del Rombo era un sentiero finché Mussolini non decise di farla diventare camionabile per un eventuale invasione del Tirolo, eventualità poi svanita dopo l’incontro di Benito con Hitler al Brennero nel 1939. Il Rombo, torniamo a noi è metà italiano e metà austriaco, anzi metà è di un austriaco. Trattasi di un ricco signore che fa pagare il passaggio sul suo asfalto 14,5 euro a moto e poi dalla sua parte offre la possibilità di visitare il suo museo di auto e moto d’epoca (+10 euro a persona). Il museo è stato inaugurato nel 2016 e si vede che molti soldi sono stati spesi per la sala museale e per l’annessa caffetteria che serve anche l’impianto di risalita per le piste di sci alpino.

All’interno del Museo, c’è una bella selezione della produzione europea e americana. Una bella installazione riguarda la Vespa, smonata e proposta al visitatore come se fosse appena uscita da un kit per montaggio dei modelli. All’ingresso le moto da corsa, tutte non più giovani degli anni sessanta, sono poste su una finta parabolica sopraelevata in legno. L’effetto è meraviglioso. Per chi volesse andare o approfondire QUI il sito ufficiale del museo.

La discesa dal Rombo in terra austriaca ci ha fatto arrivare a Solden, cittadina famosa per le sue piste da sci e per ospitare una tappa della coppa del mondo. In città sono molti gli hotel e le pensioni, tutte hanno un buon occhio per i motociclisti, che da questa parte del confine sono visti anche come motore dell’economia e non solo come problema da combattere. Una doppia uso singola, con colazione e parcheggio coperto per la moto costa poco più di 50 euro. Amen.

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