Vintage Tour, L’avventura continua, Terza parte

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Volevo rassicurare tutti, non sono ancora tornato a casa. Dopo il mare della Croazia, mi sono diretto verso Lubiana, da li sono arrivato in Austria alla ricerca di un po’ di fresco e anche di alcuni amici, in vacanza – in moto, certamente – a Tarvisio.

Ricongiuntomi con l’amico Fabrizio e parte del Moto Club Roma, la giornata di venerdì non è stata certamente fantastica. Una perturbazione, quella che ha portato scompiglio nel nord Italia, non si è fatta gli affari suoi e munita di carta di identità nebulare, si è diretta a rompere i cabbasisi anche a me. Ma nemmeno la pioggia ferma la veterana VFR che mi ha portato a spasso per negozi (di accessori moto) a Villach. Sono tre i venditori di gadget per noi motorranti nella cittadina vicino al confine italiano e naturalmente sono stato in tutti e tre. In uno abbiamo incontrato Francesco, ragazzo italiano, di Trieste, emigrato in Austria da 7 anni, che ridendo e scherzando mi ha fatto comprare alla folle cifra di 19,95 euri, una borsa stagna da 25 litri della quale avevo imminente bisogno.

La giornata di sabato, finalmente buona dal punto di vista meteo, è stata invece grandiosa. Per non faci mancare nulla, il gruppo del Moto Club Roma con in mezzo me, ha deciso di andare a visitare due delle più belle strade panoramiche dell’Austria, la Nockalm Strasse e la Malta Hochalmstrasse. Se siete stati sul Grossglogkner, queste due strade (10,5 eu una e 10 l’altra per entrare), sono state per me decisamente più belle. Entrambe si inerpicano per più di 2 mila metri e la seconda, la Hochalmstrasse, finisce letteralmente su una diga da 60.000 watt. Da li sopra la vista è spettacolare e un po’ inquietante anche.

Parliamo di tecnica. La VFR in montagna sta respirando aria fresca che le fa bene per la sua tendenza a scaldare molto, ma al contrario i 4 Kehin che sono stati tarati a Roma, quasi a 0 metri sul livello del mare, a passa 2 mila soffrono. Per affrontare i tornanti più stretti, e ne abbiamo incontrati diversi, ho dovuto spesso usare la prima marcia. Non solo, in quota si manifestava il classico buco in basso che mi ha costretto più volte a usare la frizione per non far scendere i giri sotto i 4 mila.

Ora, intendiamoci bene, non si possono fare paragoni con le GS o le più moderne pluricilindriche, ma la soddisfazione che mi sta dando questa vecchia e caparbia moto, non si calcola. Quello che si calcola, invece è la sete della belva. Oggi per fare 210 km ha bevuto quasi 14 litri di benzina per circa 15 km/l. Onorevole.

Domani si cambia versante. Vi aggiorno come posso.

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