Cambiamo mentalità, siamo in tempo

C’è un episodio, recentemente accaduto a una persona che conosco, che mi ha decisamente scosso. La notizia è quella di un incidente molto brutto, nella quale chi è rimasto coinvolto, se va bene, avrà la vita rovinata per sempre.

Vengo dalle corse, ho visto in primis amici morire, poi piloti giovani e meno giovani, rimanere sull’asfalto, ma raramente ho pensato che questo potesse accadere anche a me. Non sono una verginella, quindi, ma questo ultimo episodio è tra quelli che mi hanno fatto pensare, di brutto. All’improvviso ho riprovato quella pena che ho sentito quando mi comunicarono della morte, in pista, del mio amico Lorenzo. Un pozzo nero che ha cominciato a farmi riflettere.

Dobbiamo fermarci un attimo. Tutti, non solo io, ma anche tutti gli amici smaliziati col gas, o quelli che 80 cavalli non bastano, che le slick vanno bene su strada e anche quelli che andiamo a “bastonare i locals”. Fermi.

Foto: Ania Struska

Sono giorni che penso a quella persona che è nel letto di un ospedale e magari nemmeno sa di essere li, perché in coma. Penso a quelli che gli sono vicino. Penso che quello che sto provando fa parte di un processo di maturazione o di invecchiamento irreversibile che sto affrontando.

Ammetto i miei peccati, perché faccio le mie vacanze in moto non propriamente a passeggio. Anzi. E forse potreste pensare che proprio io dovrei fare silenzio. Ma no.

Un segnale di maturità nei giorni scorsi è arrivato da uno youtuber ben più giovane di me, Spavald, che ha postato questo video che vorrei vedeste:

Ecco, qui ho visto molte persone che conosco, oltre a me che se la moto va male non mi godo il giro e gli amici. Non ho mai fatto quanto spiegato nel video, ma il gas aperto a manate, si quello l’ho fatto, con qualsiasi moto, anche non necessariamente una sportiva.

Cosa stiamo facendo nei week end quando usciamo tra amici e conoscenti? Andiamo a goderci la giornata o cerchiamo di mettere la nostra vita su un numero della roulette, sperando che non esca? Molto spesso a queste domande ci rispondiamo in modo infantile, tipo: conosco i miei limiti, conosco la moto, conosco la strada, conosco il gruppo, quindi cosa può andare storto?

Sappiamo bene che l’imponderabile è dietro l’angolo, a volte molto più vicino di quanto ci aspettiamo, sotto forma di una Panda guidata da un signore che pensa agli affari suoi che gira dove non dovrebbe, o di bambino che corre dietro a un pallone scappato da un cortile.

Sono luoghi comuni? Forse. Sto invecchiando? Sicuro. Andrò più piano? Sì, ci proverò. Di certo cercherò di avere un limite più accettabile. Smetterò di andare in moto? NO, ma forse porterò con me un po’ più di cervello.

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