Contratti e dispetti, perché nei test le moto perdono i loghi

Ma non ve lo siete mai chiesto il perché? Perché le moto da corsa nei primi test invernali perdano i loro loghi e colori e si trasformino nella vetrina delle vanità dei piloti? E’ una curiosità che ho avuto sin dal principio, ma non ho mai approfondito molto, sia per pigrizia e sia perché in fondo mi faceva piacere vedere quale grafica si sarebbero inventati i piloti anno per anno.

_at12600La moda della grafica personalizzata nei test invernali, indovinate un po’, l’ha inventata come consuetudine Valentino Rossi ai tempi del suo passaggio in 250. Un’invenzione fatta a tavolino da un genio della comunicazione visiva che è Valentino, insieme a un mago delle idee grafiche che è Aldo Drudi. Questi due personaggi che ancora lavorano a stretto contatto, hanno iniziato per scherzo anche a parafrasare il “winter test” che è diventato “uinter test” sulla carena di Valentino con poi tutte le declinazioni che si sono succedute nel tempo. Ma un bel gioco è bello quando dura poco e Rossi in questo è stato coerente, tanto è che sono anni che non usa più caratterizzare le carene delle moto in inverno con grafiche particolari. Per esempio a Valencia è stato uno dei pochi a correre in livrea Yamaha ufficiale, mentre il suo nuovo compagno di squadra, Maverick Vinales ha usato una livrea – disegnata da Aldo Drudi – che richiama i caccia sperimentali dell’aeronautica militare. 

Ma ancora non siamo al nocciolo del problema, perché alcuni piloti non usano delle livree ufficiali quando cambiano squadra. Ci sono vari motivi. Il primo può riguardare direttamente la squadra che potrebbe aver cessato gli accordi con i suoi sponsor della stagione precedente, da qui la scelta di una livrea “interlocutoria” in vista della presentazione dei nuovi sponsor prima dell’inizio della stagione nuova.

Un altro conto sono i contratti dei piloti. Il caso emblematico è quello che sta accadendo quest’anno tra Yamaha e Ducati, con Jorge Lorenzo. L’ultima novità riguarda la Yamaha che, è notizia di oggi, ha intimato alla casa italiana di togliere il logo Ducati Corse, piccolo come la punta di un pollice, dalle foto delle prove di Valencia.

Ma perché accade questo? Per dei contratti assurdi e inverosimili che spesso le case fanno firmare ai piloti (nel caso di Lorenzo la scadenza del contratto Yamaha è al 30 novembre, ovvero prima del periodo regolamentare di stop che va da dicembre a fine gennaio), soprattutto quando in ballo ci sono ingaggi milionari. In questo specifico caso, la Yamaha ha scelto di non seguire quel gentleman agreement che solitamente le case usano osservare, ovvero quello di non ostacolare il pilota che sceglie di andare in un’altra squadra. Nello specifico, il cambio di casacca di Lorenzo era noto da inizio anno, da quando cioè, la Yamaha ha offerto il rinnovo dei contratti sia a Jorge che a Valentino, era il GP del Qatar, prima gara del mondiale 2016.

Dunque dispetti, contrattualizzati però. In tutto questo c’è della strategia. C’è la volontà di rallentare la presa di confidenza di Lorenzo con la Desmosedici, proprio perché Jorge e forte e la Ducati è competitiva, certo, ma anche per i presunti favori regolamentari dei quali la casa di Borgo Panigale, agli occhi dei giapponesi, avrebbe beneficiato in questi anni di sviluppo. Assurdo ma reale. Il paradosso è quello di un gigantesco asilo mariuccia dove girano milioni e per questo ci si fa dispetti in nome di clausole e cavilli. Lo sport, anche stavolta non c’entra nulla e fortunatamente questa situazione – imbarazzante credo io, sia per Yamaha che per Ducati – finirà con i primi test del 2017, dove Lorenzo sarà finalmente libero da impedimenti e diventerà veramente un pilota della Ducati, in colori e nella divisa fuori dalla pista.

Altro caso è quello della Suzuki. Le due GSXR-RR affidate ad Andrea Iannone ed Alex Rins hanno girato a Valencia con delle livree improbabili. Quella di Iannone, che vedete nella foto in alto di Alex Farinelli, era un vero e proprio inno alla personalità del pilota. Grafica e colori tutto sommato accettabili, al contrario di quella di Rins che sembrava una moto stradale con le carene cambiate, in vetroresina e qualche sprazzo di arancione, pessima. Quello che mi chiedo è come mai la Suzuki abbia voluto fare una cosa simile. Va bene l’assenza di loghi, ma a Valencia la Suzuki ha annullato se stessa, tanto che mi chiedo: ma non era meglio usare carene grezze come ha fatto la Ducati con Lorenzo? Oppure al limite, delle carene solo blu e gialle senza scritte con la grafica (ma non gli sponsor) di quest’anno?

yfr_editorial_use_pictures_16-phpRipeto sono anche belle le grafiche dei piloti, ma nel motorsport la carena è una parte troppo importante sia nel senso commerciale sia per l’identità stessa della squadra/marca, per questo, ancora una volta, Rossi segna la strada perché pur essendo il precursore delle livree invernali, ha usato la sua Yamaha tale e quale a quella che ha corso domenica, nonostante stesse provando la M1 2017. 

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