Tutto si poteva pensare tranne a una stronzata simile. In pieno post covid, con le macerie dell’economia da tirare su, come ha detto un amico “si sta pensando dove mettere il vaso con i tulipani mentre ci sarebbe solo da prendere i mattoni e la calce”.
L’ex decreto “Aprile” divenuto “Rilancio”, mette nero su bianco l’idiozia del bonus mobilità sostenibile. Una spremuta di ipocrisia radical chic che metterà ancora di più in difficoltà il settore delle due ruote a motore, con il risultato accessorio di un ulteriore perdita di gettito anche fiscale.
Come sapete si è scelto di agevolare l’acquisto di monopattini elettrici (tutti di provenienza cinese) e bici a pedalata assistita. Insieme a questo illuminante colpo di genio, c’è anche la spinta verso le amministrazioni comunali per fare delle piste ciclabili. Ma dove farle, se lo spazio non c’era? Semplice, basta ridisegnare le segnalazioni orizzontali (strisce a terra). Quindi, lo spazio si trova togliendo parcheggi e limitando le carreggiate. Geniale. Passi l’incentivo all’acquisto di mezzi più ecologici, ma a questi contributi devono essere previste agevolazioni anche per l’acquisto di scooter e moto, veri mezzi alternativi al trasporto privato su 4 ruote e del trasporto pubblico.
Chi ha partorito questa agevolazione, non ha idea di come si va a lavorare senza la scorta o senza la macchina blu. Una sorta di incentivo per la ZTL, completamente inutile, diciamolo. Ma il colpo di genio è quello della rottamazione con bonus per il servizio pubblico. Chi rottama una moto o uno scooter fino alla classe di inquinamento Euro3, riceve fino a 500 euro per un abbonamento alla rete del trasporto pubblico della sua città. Ottimo.
Le scelte riguardo la mobilità alternativa del decreto “Rilancio”, dunque, puntano verso una rinuncia di gettito iva per l’acquisto di nuove moto e scooter (che costano ben più dei monopattini), delle entrate derivanti dalla vendita della benzina, mettendo in ginocchio un settore fatto di costruttori di veicoli (i migliori del mondo), di rivenditori e officine che generano un indotto elevato contribuendo a costituire quel 10% del PIL italiano che apparteneva al comparto automotive nazionale.
Dunque, lo voglio dire chiaro: GLI INCENTIVI PER I MONOPATTINI SONO UNA CAGATA PAZZESCA.