E se Dall’Igna andasse via?

Sono giorni che mi perseguita una riflessione. Forse campata in aria, forse no. Cosa accadrebbe alla Ducati e alla MotoGP se Dall’Igna, improvvisamente lasciasse il paddock?

Gigi è un protagonista indiscusso del mondiale su due ruote. Come tecnico lo ha dominato. Dai successi con le due tempi con Aprilia dove ha vinto diversi mondiali sia in 125 che in 250, ha messo la sua firma anche nei successi della Casa di Noale nei 4 tempi con la RSV4 in Superbike, poi è andato in Ducati, riuscendo a rendere la moto di Borgo Panigale vincente e soprattutto facile per molti piloti, cosa che non era scontata.

Non solo, Dall’Igna è ed è stato l’ingegnere che, interpretando al meglio il regolamento tecnico della MotoGP, è riuscito a innovare profondamente le moto concentrando il lavoro del Reparto Corse Ducati (oltre che sul motore) sull’aerodinamica.

E’ innegabile che l’era delle ali sia figlia dell’ingegnere veneto ed è innegabile quanto la sua mano sia stata ispiratrice per tutti gli altri ingegneri del paddock che hanno attinto a piene mani dalle intuizioni di Dall’Igna.

Ecco dopo questi successi, Gigi Dall’Igna potrebbe sentirsi giustamente appagato. Foste in lui potreste pensare di aver fatto tutto quello che era in vostro potere nella MotoGP e nel motociclismo e forse potreste iniziare ad avere in testa la voglia di cambiare aria, magari per dimostrare a voi stessi di essere bravi (anzi i migliori) in qualsiasi campo.

Ora, in questa riflessione si innesca l’annuncio dato durante lo scorso anno da Audi sul suo rientro nella Formula 1 nel 2026. Vedete, Gigi potrebbe essere tentato di sfidare se stesso in una nuova sfida, mettendo alla prova la sua abilità di tecnico (o di coordinatore di ingegneri se volete) in una avventura tutta da scrivere e tutta da preparare.

Audi si è presa il suo tempo, almeno 3 anni per iniziare a disegnare e a provare la sua monoposto. Per ora tutto si svolge in Germania, ma come sappiamo Audi è anche la proprietaria di Ducati e questo potrebbe (siamo sempre sul condizionale) andare anche a pescare i migliori tecnici a sua disposizione in tutte le aziende che controlla.

Ecco, se dovesse arrivare l’annuncio, se Dall’Igna optasse per la Formula 1, cosa accadrebbe – non solo a Ducati ma soprattutto – alla MotoGP? Niente in norma di principio, le gare si faranno ugualmente (se il circus avrà mantenuto una sua sostenibilità finanziaria), ma sicuramente i pesi tra le Case saranno diversi. Oggi Ducati impera con 8 moto sullo schieramento e con un peso politico importante nella stanza dei bottoni. Molto di questo peso è stato ottenuto grazie a Dall’Igna che è uomo conosciuto a Dorna (per i suoi trascorsi in Aprilia) e per il fatto di aver portato la Ducati da bestia feroce e veloce a moto buona per vincere i mondiali. Honda potrebbe riprendere la sua importanza, sia tecnica che politica, mentre Aprilia dovrebbe consolidare la sua posizione e potrebbe avere in Rivola anche la persona giusta.

Per quanto riguarda noi, gli appassionati, cosa cambierebbe? Poco o tutto. La Formula 1 sta diventando molto più divertente del passato, ma la MotoGP ha ancora quel fascino animale del correre pericolosamente su due ruote in lotta con la sopravvivenza. Ma le MotoGP di oggi sono scollegate dalla realtà. Consumano, fanno rumore, sono alate come dei caccia e sono somiglianti alle moto normali solo per avere due ruote. Le Formula1 sono ibride, fanno meno rumore del passato e stanno offrendo spettacolo, ma soprattutto attirano sponsor in un ambiente che già ne ha. E non è poco.

Ora che ho ipotizzato (cit. Misterhelmet), voi cosa ne pensate?

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