La gara Sprint è come il metadone

Ho aspettato. Ho pensato e ho lottato con me stesso, prima di mettere mano alla tastiera. Ho aspettato la gara, quella vera prima di avere un’opinione completa sulla gara sprint e sul nuovo format della MotoGP.

Inizio col dire che sabato ho guardato la gara corta con molto interesse. Il format è quello classico, entrata in pista dei piloti, warm up lap, ombrelline e meccanici accanto alle moto. Procedura di partenza identica. Tutto faceva capire che non c’era scherzo, nessun inganno. Li su quella griglia erano tutti pronti per correre. Lo schieramento pronto, il semaforo che si spegne e anche allo spettatore, quello appassionato, scende la visiera (come ai piloti).

Li sono entrato in trance da gara. Occhio iniettato di sangue e fisso sullo schermo per non perdermi niente. Sportellate alla prima curva, sorpassi a serramanico, carenate. Sento l’adrenalina che sale, voglio di più, voglio che combattano. Poi un clic. Aspetta che sto facendo?

Sono 5 mesi che non vedo le gare, questa è la prima vera dopo una montagna di test inutili che non hanno detto nulla se non che Bagnaia e la Ducati fanno un altro sport, che l’Aprilia ha lavorato bene ed ora è buona sul serio, che Marquez e la Honda fanno quello che possono rischiando e che Jack Miller ha fatto bene il suo mestiere di pilota prima delle corse vere, ovvero provare la KTM senza mettere a rischio l’inizio della stagione.

Ragiono. Penso che avrei voluto vedere i gladiatori nell’arena, il sangue ma poi capisco. La Sprint race è come il metadone per i drogati. Un palliativo, per giunta pericoloso, per una categoria in debito di popolarità. Lo sa bene Enea Bastianini che ci ha rimesso la scapola a soli 3 giri dall’inizio del primo giorno del nuovo “anno scolastico”.

Penso anche che, se nessuno si fosse fatto male, staremmo tutti ad elogiare questa novità nel palinsesto della MotoGp, ma se devo dirla tutta questa garetta da 12 giri mi ha fatto capire una cosa, proprio sul week end delle gare.

Mi piace la Sprint Race, ma se fosse solo per la Moto3 e la Moto2 come lunghezza massima delle gare per queste due categorie, mentre lascerei una vera (e una sola) gara a week end per la MotoGP, non da 24 giri lunghi e infiniti, ma da 18. Darebbe il tempo ai piloti di gestire il motore, le gomme e loro stessi in una gara.

Ora questo non succederà e da ora in poi, bene che possa andare, tutti i rider della classe maggiore correranno pensando ai punti buttati o guadagnati sabato, cercando di recuperare domenica, magari facendo qualche stupidaggine in più.

Sono professionisti, sanno quello che fanno, ma sono agonisti e per loro conta – come è normale – una cosa sola: vincere. Tutto il resto sono pugnette.

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