Marquez a Portimao ha sbagliato come la Direzione Gara

Dalle stelle alle stalle. Marc Marquez ha vissuto il primo week end della stagione passando dalla pole position impossibile ottenuta passando per la Q1, al terzo posto nella garetta di sabato, fino al casino completo della gara di domenica.

Che Marquez e la Honda non siano al 100% rispetto alle Ducati (ma anche alle Aprilia) era chiaro sin dai test di Valencia 2022. La moto non fa quello che il pilota chiede (gli altri che guidano una RCV sono li a fare numero, ormai è chiaro), gli ingegneri sfornano proposte a più non posso e la confusione nel box HRC appare palpabile (metti pure l’appalto per un nuovo telaio a Kalex) tanto che negli ultimi test si è addirittura arrivati a togliere le ali a una carena progettata per le ali, per vedere l’effetto che fa.

Marquez in azione durante la garetta di sabato a Portimao – Foto Repsol

Nel primo week end vero, dove in ballo ci sono i punti, Marquez ha fatto Marquez due giorni su tre. Poi gli è scappato il momento è ne ha pestata una grossa. Non metterò i voti quest’anno ma diciamo che l’otto volte iridato non è da sufficienza.

Marquez è un animale da gara, uno di quelli che nel momento in cui serve mette a disposizione di se stesso e della moto un 140% in più di coglioni che a volte riescono a fare delle prodezze da cineteca, come il doppio sorpasso in staccata che abbiamo visto nella garetta di sabato (Sprint Race è da fighetti). Ma questo eccesso di mascolinità a volte – spesso – crea casino nel mucchio. Il fatto di aver centrato Miguel Oliveira davanti al pubblico portoghese cha già pregustava almeno un podio dal suo beniamino, è solo l’ultimo degli episodi discutibili firmati MM.

“Prima di tutto voglio dire che sono molto dispiaciuto per Oliveira, la sua squadra e i tifosi portoghesi perché era la sua gara. Ho commesso un grosso errore oggi, ovviamente non era mia intenzione che accadesse, la mia intenzione non era nemmeno quella di sorpassare Martin a quel punto, ma avevo un blocco enorme con l’anteriore. Forse l’anteriore duro non era del tutto in temperatura, ho rilasciato i freni e la moto è entrata”. Marquez spiega così la sua mossa che ha quasi fatto filotto e messo a terra il pilota del Team RNF.

Le sue scuse pubbliche, il fatto che si sia recato al box dell’avversario per fare ammenda e la frattura del primo metacarpo della sua mano destra, non sono bastati però alla Direzione Gara, che ha punito lo spagnolo della Honda con due long lap da scontare nella gara (di domenica) a Rio Hondo in Argentina.

Come al solito, nella stanza dei bottoni, secondo il mio parere, hanno cannato il da farsi. Primo: con una frattura alla mano e con i trascorsi fisici di Marquez non è detto che questi possa prendere parte alla prossima gara e quindi potrebbe non scontare la penalità; secondo il long lap penalty o una partenza dal fondo o una penalizzazione diversa (come aumentate il tempo in qualifica di 5 secondi, per esempio) aumenterebbe la foga di Marquez di arrivare davanti il prima possibile in gara, creando altri malumori.

In passato Jorge Lorenzo, nel 2005 per aver ostacolato e buttato fuori pista Alex De Angelis a Motegi (all’epoca Jorge era una vera testa calda), fu squalificato per un GP. La cosa lo rese più prudente e fece da esempio in una categoria dove si prendevano a schiaffi dal primo all’ultimo giro. Mi spiace ammetterlo, ma a Marquez serve uno stop forzato, non perché lo decida lui, ma perché è il momento. La sanzione dovrebbe essere stai fermo una gara al netto delle gare che salterai per cause fisiche, come ad esempio la frattura alla mano. Per inciso, Marquez sarà operato alla mano e in Argentina non andrà, quindi non sconterà la penalità assegnata.

Questo tipo di sanzione sarebbe certamente ben vista da tutti i piloti che ora guardano al 93 con timore che possa fare un altro strike in gara, ma sarebbe anche da monito per tutti a non fare atti eroici nei primi giri o nell’aver foga di passare un avversario a tutti i costi.

Altro tema è quello della complessità dei sorpassi nell’era delle ali sulla carena. Più andiamo avanti a mettere appendici e più le possibilità di sopravanzare qualcuno si riducono al rettilineo di arrivo dove c’è più spazio e si sfrutta il motore nell’allungo, mentre nelle curve non sarà più possibile come prima. Peccato perché era proprio questo lo spettacolo delle corse.

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