Ho recentemente partecipato a un bel giro in moto organizzato dai ragazzi de La Moto Roma. L’idea era quella di un giro definito divertente e per me lo è stato, davvero.
Il percorso scelto è quello del TT dei romani, ovvero la strada che da Vicovaro va verso Licenza, poi per Orvinio e per i Pratoni del Vivaro da Piglio. Si tratta di un itinerario stra consigliato da gustare metro per metro con gli occhi aperti all’asfalto (siamo in Italia e non contate su un mando stradale costante) e alle tante pattuglie che soprattutto di sabato e domenica popolano ogni slargo disponibile a caccia di libretti, patenti e sprovveduti.
Il giro di cui parlo ha avuto una sola pecca fondamentale. Nonostante le due staffette oltre al battistrada, gestire su quelle strade quasi 25 moto non è stato facile. Non c’è colpa tra gli organizzatori, ma c’è un po’ di dolo tra i partecipanti. I ragazzi de La Moto Roma hanno definito più che chiaramente i livelli delle uscite (LEGGI QUI) dunque non potevano esserci misunderstanding sulla questione. Il “livello divertente” è un passo sotto a “impegnativo”, ma non è certo turistico. Unico errore gestionale, consentitemi, è quello di aprire a 20 e più moto.
I tempi con tanti partecipanti, alcuni che non avevano inteso il reale passo della gita, si sono dunque, inevitabilmente allungati. Le soste ai bivi per attendere le staffette (costrette a un super lavoro) che ricongiungevano il gruppo sono state lunghe, ma la compagnia comunque gradevole.
Devo ammettere di aver dato un mio contributo all’incasinamento generale. Costretto a qualche sosta in più causa sete di carburante di altri tempi della mia italianissima cavalcatura (oh tutte così le moto le compro, assetate, non c’è verso!), mi sono perso quasi subito a Vicovaro.
Ringraziando tre “interceptor” locali, che mi hanno trainato in una andatura non “divertente” ma un pelo più sostenuta, sono riuscito a recuperare il gruppo a Orvinio, sollevando uno degli organizzatori dalla preoccupazione. Impegni di lavoro poi mi hanno costretto a lasciare il gruppo in anticipo e la strada del ritorno mi ha consentito di tenere il mio ritmo, regalandomi altro divertimento.
Per fortuna ho (ri) scoperto un complesso di strade che non battevo da un po’, ma il giro ha rafforzato in me il concetto che meno siamo e più ci conosciamo e meglio andiamo, proprio per non “rompere” l’andatura al prossimo.
I giri con molti partecipanti rischiano di diventare parate o motoraduni, che poco hanno a che fare con la gita e il divertimento della guida. Anche nei viaggi, quelli lunghi che sino a questo momento ho fatto in compagnia, siamo stati massimo in 4, e credo che il numero perfetto sia tre, ma fino a 5 partecipanti sia sostenibile.
Dunque, cari utenti delle gite, prima di mandare la vostra adesione per un giro organizzato – consiglio – cercate di capire quanti saranno al massimo i partecipanti, quante le staffette, e quale sia il reale livello di chi incontrerete. Il rischio è di divertirsi poco, magari di avere nervosismo o di rovinare a qualcun altro il gusto di un momento di svago.
Ora facciamoci 4 risate 😀
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