Non ho dubbi, la MotoE sarà un successo. Forse l’apice della notorietà e il seguito maggiore non avverranno quest’anno, ma sarà una categoria alla quale dovremo tutti porre la nostra attenzione. Non sono tanto i temi ambientali quelli che mi stanno a cuore, piuttosto la tecnologia che evolvendo, farà piazza pulita delle emissioni inquinanti e di categorie, francamente, poco legate alla realtà.
La MotoGP è viva e vegeta, è vero, ma diciamolo, è scollata completamente dalle ottiche di mercato, utilizzo, e inversione tecnologica necessaria per la mobilità. Ali, potenze da quasi 300 cavalli, deportanze, non fanno di certo parte di quelle tecnologie che faranno bene al motociclismo “normale”. Il mondo delle auto ci ha pensato tempo fa, rivoluzionando la F1. Ora con i motori ibridi, i bolidi a 4 ruote hanno qualcosa da sviluppare anche nella produzione di serie, cosa che i prototipi della MotoGP non fanno, se non generare ulteriori mostri, super performanti, ma non alla portata di tanti.
La MotoE dunque, ci appassionerà. Per ora si è fatta notare solo per l’enorme barbecue visto negli ultimi test di Jerez de la Frontera. Non voglio fare indagini sulla colpa del disastro che ha colpito il campionato prima di nascere, anche perché non ho elementi sui quali ragionare, ma posso analizzare altri fattori. Diciamolo chiaramente, tutto è iniziato col piede sbagliato.
In primis la formula: un monomarca. Per un tema così importante, l’organizzatore che è stato così bravo da far alzare l’asticella delle moto (tradizionali) da corsa, avrebbe potuto e dovuto puntare più in alto. Non è stato così, poiché sappiamo che le gare delle moto elettriche (che non sono una novità, sappiatelo) a contorno del mondiale, saranno quelle di un monomarca Energica. Per precisare, non ho nulla verso l’azienda, che è pure italiana, ma avrei preferito che a battersi su questo nuovo fronte tecnologico fossero le stesse Case che si battono con i motori a 4 tempi nella classe regina, ognuna con una sua moto, diversa non solo per i colori ma anche per la tecnologia adottata.
Secondo errore fatto fino ad ora è stato quello di sottovalutare la pericolosità, o meglio, la diversità dell’elettrico in confronto con i tradizionali motori a 4 tempi. Riprendo dal sito di Energica quanto segue: “Quali sono i reali rischi di incendio dell’elettrico a confronto con l’endotermico? Come per tutti i veicoli, che siano elettrici o endotermici, c’è sempre un rischio. Un dato importante da sottolineare è che l’energia contenuta nel combustibile fossile è molto maggiore di quella contenuta nelle batterie. Il thermal runaway un rischio presente per una moto Energica? Il thermal runaway è un rischio presente su ogni batteria, non solo quindi dei veicoli ma anche, ad esempio, dei cellulari. Noi abbiamo tutte le sicurezze che evitano che la batteria raggiunga questa condizione, e infatti confermiamo che non abbiamo mai avuto un solo evento di thermal runaway in 10 anni. Quali sono le misure adottate a livello di sicurezza per evitare una situazione del genere sulla moto? Ci sono diversi device di sicurezza all’interno del pacco batteria e del veicolo in generale per evitare situazioni di pericolo. La batteria è controllata sia a livello di temperatura che di tensione, quindi durante una fase di ricarica la gestione elettronica del veicolo non potrà permettere al veicolo di raggiungere temperature elevate che possano causare un danneggiamento della batteria ed eventuale incendio (o thermal runaway). In una situazione di utilizzo, se la batteria supera una certa temperatura, viene ridotta la potenza del veicolo e quindi l’assorbimento della corrente dalla batteria. In questo modo si garantisce sempre di rimanere ben lontani dal rischio di thermal runaway.”
Ho qualcosa da dire a riguardo. Tutto giusto nelle parole del Direttore Tecnico di Energica, Giampiero Testoni, ma le sue parole non tengono conto dell’evidenza dei fatti, quella che vedete nella foto di questo pezzo.
Poi ci sono altri elementi non considerati, quelli di contorno, che sono necessari ad assicurare la sicurezza di tutti e qui ancora una volta, l’organizzatore ha peccato di superficialità. Il paddock di un circuito è in grado di ospitare normalmente la pletora di mezzi che si occupano delle moto tradizionali, hospitality e altri mezzi, dunque dispone di potenze energetiche elettriche importanti, ma dall’altro lato, la sicurezza ostentata da Energica all’indomani del fuoco purificatore di Jerez, fa a cazzotti con la complessità del “sistema” che queste moto devono avere a terra. Il paddock della MotoE, dovrebbe prendere spunto da quello che accade in FormulaE. In primo luogo per le auto elettriche si tratta di gare esclusive e non ci sono altre competizioni, ne prima ne dopo. Il paddock della FormulaE che viene allestito nelle città, dispone in molti casi, di generatori a gasolio (alla faccia dell’ecologia) che supportano i fast charger di ultima generazione senza pesare sulla rete cittadina. Poi ci sono i protocolli di sicurezza, che sono specifici per l’elettrico e anche qui ho i miei dubbi su quanto il personale dei diversi circuiti sia formato sulle procedure di emergenza da mettere in campo in caso di incendio, come abbiamo visto in Andalusia, dove le fiamme si sono diramate in poco tempo e non c’è stato scampo per moto e materiali.
Terzo, la comunicazione. Qui mi sento di esprimere la mia vicinanza ai piloti della MotoE che hanno visto il loro campionato andare in fumo in una notte di marzo in Spagna. Loro hanno fatto quadrato, dimostrandosi tristi ma fiduciosi. Ottimo approccio. Male Dorna che punta subito il dito contro il main sponsor del campionato, così così Energica che ha cercato di gettare “acqua sul litio”, mentre Enel che in questo nuovo campionato ci mette i soldi e la faccia, non ha proferito verbo in termini di comunicati ufficiali, e per questo dovrebbe far paura a tutti. Ecco cosa abbiamo visto: Goubert, il direttore del campionato MotoE di Dorna, che punta il dito su una colonnina fast charge prototipo di Enel (erroraccio), Energica che, mentre rimette in piedi la produzione delle moto (BRAVI), esce in comunicazione con una serie di Q&A al suo direttore tecnico, nel quale sembra che l’elettrico non possa avere problemi di sorta, mentre abbiamo visto che non è così visto quanto accaduto a Jerez e visti tutti i problemi che ci sono con le batterie al litio nelle auto elettriche e in tutti i dispositivi, che quando vanno in thermal runaway, generano fiamme difficilmente domabili (che sono il terrore di ogni compagnia aerea). E poi Enel, che non dirama alcuna comunicazione, quando altre aziende al suo posto, viste le foto di Jerez con il paddock incendiato e visti i loghi ancora al loro posto sbruciacchiati, avrebbero chiuso ogni rapporto con l’organizzatore del campionato dalla sera alla mattina. Per dirla in spagnolo, la “falta de comunicaccion” della multinazionale italiana (leader con la branch Enel X della mobilità elettrica e delle soluzioni di ricarica per i veicoli ZE in tutto il mondo), sembra l’errore più grosso.
Una ingenuità quella di Enel, forse, ma di quelle pericolose per i partner più piccoli, come Dorna ed Energica, che a questo punto dovranno far partire il campionato più bello ed efficiente che mai, poiché il rischio nella lotta tra aziende è tanto. Ricordiamoci che tutti protagonisti di questa storia sono quotati in borsa e che nella finanza vince sempre chi è più grosso, il quale di solito si agita (e parla) poco prima di spazzare via i problemi.
Detto questo, anche se la MotoE è iniziata con il piede sbagliato -forse confidando che il fattore c(ulo) anche stavolta salvasse tutti – aspettiamoci di vedere uno spettacolo silenzioso ma perfetto.