“Rossi usa il potere mediatico contro gli altri”. Lo ha detto recentemente Marc Marquez in una intervista apparsa sui media spagnoli. Ma cosa sta succedendo a Marquez nel frattempo che tiene dito puntato verso Valentino, con lo sguardo corrucciato, sta forse avendo la consapevolezza di non essere Valentino?
Parliamoci chiaro, Marquez a me sta anche simpatico, ma lo facevo un tantino più sveglio. Caro ragazzo dal talento fantastico e dalla cattiveria smisurata (in pista e non), renditi conto che la tua vita non sarà mai facile finché quell’italiano biondo e anziano non avrà deciso di averne abbastanza con le moto e con le vittorie.
Marc, caro ragazzo, siccome – lo ripeto – mi stai simpatico sin da quella volta che con mia moglie e con Francesco Guidotti andammo a cena insieme al Planet Hollywood di Kuala Lumpur, quando eri sbarbato e irruento e correvi con la KTM, ma voglio ricordarti solo una cosa, che forse hai trascurato: a Valentino Rossi, per l’uso – spettacolare – dei mezzi di comunicazione, hanno dato una laurea ad honorem conferita dall’Università degli Studi di Urbino, che diciamolo, in queste cose non è proprio di manica larga.
Ora, sempre caro Marc, sono certo che sia scocciante che ti arrivino dei messaggi trasversali dal nove volte iridato che sei riuscito sia a battere che a far uscire fuori dal senno cristiano in più di una occasione, ma renditi conto che finché Rossi vorrà, lui sarà sempre lui (e il mondiale camperà anche e soprattutto della sua luce riflessa) e voi, sarete (un c…o) di meno.
Detto questo, meglio che voi tutti vi concentriate sull’inizio della stagione in Qatar e che, tutti, mettiate da parte il righello che avete usato per misurarvi le parti basse dal Gp d’Australia 2015 in poi, e riprendiate a fare quello sport che dovrebbe essere sano e competitivo… Il motociclismo.
Grazie.