Pagelle GP Qatar, tricolore da 10

Il primo Gp dell’anno 1 della guerra in Ucraina fa sorridere noi italiani con i successi in tutte le classi, Moto3, Moto2 e MotoGP rispettivamente con Andrea Migno, Celestino Vietti ed Enea Bastianini.

Inizio col dire che le pagelle non sono mai state nelle mie corde, ma il 2022 mi vede propenso a dare qualche giudizio, forse per l’esperienza accumulata in 15 anni di paddock, forse anche perché guardo gare di motorini da quando avevo 6 anni e mi avvicino adesso ai 50, quindi, se volete, ecco i miei personalissimi giudizi su quanto visto in Qatar.

10+ Enea Bastianini – La Bestia ha fatto vedere che qualcuno ha sbagliato. Hanno preso un granchio quelli che lo hanno sottovalutato, hanno preso una toppa a non parlare molto di lui durante i test, sbagliano in continuazione a non filarselo durante le telecronache in TV. Mettiamoci anche Ducati, che facendo il suo gioco (finanziario) non gli ha concesso una Desmosedici ufficiale, ma un “usato”, che Enea ha spremuto al suo massimo, facendo piangere il suo box e anche tanti appassionati a casa. Enea è Davide, oppure è l’unico Jedi che si batte contro il lato oscuro, insomma un gigante che è stato in grado di finire davanti a tutti in Qatar e di piegare anche le pretese dell’inconsistente Pol Espargarò e di una Honda ufficiale che sarà certamente protagonista.

9 Brad Binder – Il sudafricano è riuscito a salvare il week end di KTM e i primi giorni da Team Manager di Francesco Guidotti. Con Oliveira a terra e i due ragazzi del Tech3 dietro, Binder ha fatto il suo e qualcosa di più, visto che anche lui ha saputo approfittare dell’errore nel finale di Espargarò, fregandolo come un pollastro.

4 Pol Espargarò – La Honda funziona, non ci sono dubbi, ma nel momento del bisogno manca il guizzo. Va bene che le gomme erano ormai al limite dopo aver condotto la gara fin quasi alla fine, ma il “lungo” dopo il sorpasso di Bastianini sul rettilineo di arrivo in staccata per la prima curva, non si può guardare.

7 Aleix Espargarò – Aleix si trova benissimo con l’Aprilia RS-GP 2022 e si vede, come si vede una somiglianza importante di questa moto con la Honda RCV (anche se sono i giapponesi ad essersi avvicinati alle intuizioni di Noale stavolta). Il fratellone di Pol ha rischiato di arrivare al terzo posto, forse con un giro in più… Comunque è bello vedere l’Aprilia a ridosso del podio che spinge di motore e che se la gioca.

8 Marc Marquez – Il voto è superiore a quello che un quinto posto potrebbe far pensare, ma tengo conto anche delle difficoltà del pilota catalano, tra diplopia e problemi alla spalla. Dei “vecchi” ancora in attività, Marquez, poi, è il solo che può pensare di combattere per il titolo e anche questo incide.

7 Joan Mir e Alex Rins – I piloti della Suzuki, rispettivamente sesto e settimo, forse non si sono giocati a meglio le loro possibilità. La GSXR-RR ha un nuovo motore micidiale, veloce e potente quasi come quello delle Ducati, che funziona bene all’interno del pacchetto completo. La distanza della prima gara ha messo in evidenza alcuni limiti, forse più dei piloti e quindi c’è da lavorare.

7 Johann Zarco – Va sopra la sufficienza solo per aver vinto il duello con il connazionale Fabio Quartararo al photofinish. Per il resto la gara di Johann è stata opaca.

5 Fabio Quartararo – Non arriva alla sufficienza perché per un campione del mondo non può arrivare nono con mille problemi per rimanere in piedi. Yamaha deve avere il coraggio di buttare nel secchio il progetto M1 e fare qualcosa di nuovo. La rendita è finita e questa stagione rischia di mettere in evidenza tutti i limiti di un pacchetto che pare non avere più molto da dire in gara.

6 Takaaki Nakagami – Il giappo del Team LCR ha fatto il compitino, arrivando decimo con una Honda RCV ufficiale, ma ha pure beccato oltre 14 secondi da Bastianini. Troppi.

5 Franco Morbidelli – Vale lo stesso discorso fatto per Quartararo, anche se in prova Morbido si è fatto vedere, testimoniando di essere tornato in forma. Merita una moto diversa, moderna, anche lui perché l’11° posto stride.

5 Maverick Vinales – Inizio a non capire Maverick. Lui è forte e non si discute. Ma è anche parecchio instabile. Ha litigato con Yamaha perché non si sentiva valorizzato. E’ arrivato in Aprilia pieno di motivazioni e alla prima gara sembra già sgonfiato. Forza Mav, entra in battaglia che in dodicesima posizione non ti si può vedere!

4 Luca Marini – Sia chiaro che non mi può stare antipatico uno che si chiama come me. Il voto è per aver portato una GP22 ufficiale al tredicesimo posto a quasi 30 secondi da una GP21 usata guidata da un pilota (Bastianini) anche lui al secondo anno di mondiale ed ex compagno di squadra proprio dello stesso Marini. Insomma la corazzata VR46 ha iniziato a impantanarsi proprio vicino al deserto dell’Arabia Saudita, dei cui principi, non si è vista l’ombra nemmeno in Qatar.

3 Andrea Dovizioso – Caro bello, quando uno si ritira e non si chiama Schumacher, deve rimanere ritirato. Andrea non ha mai brillato nel week end di gara (ha finito 14°) e non veniva certo da test invernali esaltanti. Per Razali, dopo Rossi, i piloti italiani iniziano ad essere indigesti.

5 Remy Gardner – Il campione del mondo in carica della Moto2 è alla sua prima gara con la MotoGP dove si è portato a casa un punto grazie al 15° posto finale, può sicuramente fare meglio, ma non è da buttar via. Ancora.

Dopo i 15, finiscono le pagelle, perché sono questi piloti che prendono punti, gli altri evidentemente sono tutti gravemente insufficienti.

Nota sul registro per Francesco Bagnaia, il quale, completamente nel pallone ha pure tirato giù Jorge Martin. Bagnaia, unico ducatista col contratto in tasca per i prossimi due anni, dovrebbe giocare meglio le sue carte e pensare al campionato. Ma con uno zero così pesante (che si aggiunge al ritiro di Jack Miller per noie elettroniche alla moto) la squadra ufficiale Ducati farà i conti a fine anno e forse si renderà conto che la politica delle 8 moto potrebbe fargli vincere di nuovo il mondiale marche, rendendo difficile ottenere il successo nel mondiale piloti.

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