Le pagelle del GP d’Indonesia hanno un voto solo

Cosa abbiamo visto in questo week end? Sciamani, pioggia, polvere, sole e poi tutto il contrario. La Michelin nel pallone, la Dorna schizofrenica. Non ci si capiva nulla, ma questo bailamme è iniziato nei test, quando ormai era troppo tardi per tirare il freno a mano. Quindi ecco la mia pagella, stavolta con un voto solo.

MANDALIKA LOMBOK CIRCUIT + DORNA + MICHELIN = 2 – Non sarebbe possibile classificare ed omologare un circuito che di buono, forse ha solo il disegno. Nata sulla terra di contadini che si sono visti strappare la proprietà d’imperio dallo Stato indonesiano, la pista era già un discreto casino nei test. Asfalto fatto male o inadeguato, sporco, improvvisazione, il tutto con dei missili a due ruote che ci corrono sopra che non sono delle buone premesse. Possiamo dire poi che la toppa, stavolta è stata peggio del buco. Dorna ha pressato i circuito per mettere in ordine per lo meno l’asfalto – che è stato rifatto – ma possiamo dire non con gli standard che dovrebbe avere una pista del mondiale. Intanto in un Paese dove piove monsonicamente dovresti stendere una miscela drenante, ma non c’era tempo, ok. Ma dai, non vorrai mica che piova durante la gara? Eh no infatti. Sono 30 anni che si corre in Malesia, dove alle 16 di ogni giorno e di ogni stagione viene giù acqua a secchiate, giusto per il tempo di fracicarti ed allagare tutto, lo potevamo prevedere che a quell’ora sarebbe piovuto? No, infatti, è stato un colpo di genio programmare la gara proprio per quell’ora. Quindi 2 anche per Dorna, che ha sperato nella consueta botta di sedere perché nulla andasse storto, senza considerare di aver portato una nuvola di MotoGP da 280 cavalli praticamente a correre sullo sterrato, con la Michelin (2 pure a lei) che non ha avuto tempo di sviluppare un pneumatico per Lombok e quindi ha recuperato dal magazzino pneumatici vecchi di 4 anni che più o meno, ma si, chi se ne accorge. Risultato del week end: chi ha provato a spingere – Marc Marquez – ha fatto il giocoliere fin quando non è finito tirato in aria e in terra dalla moto. Gli altri hanno cercato di aprire il meno possibile la manetta del gas, o almeno di aprirla quello che serve per non morire.

La gara l’ha vinta Miguel Oliveira con la KTM ufficiale, ovvero un pilota istruito che ha saputo bilanciare le accelerazioni alle frenate, portando al traguardo con vantaggio la moto che non è la migliore dello schieramento.

Dopo di lui la lotta francese con Fabio Quartararo su Yamaha davanti a Johann Zarco sulla Ducati del Team Pramac finita davanti a quella del team ufficiale di Jack Miller.

In casa Ducati, come già scritto non solo da me, si sta facendo di tutto per perdere da subito anche questo campionato, nonostante si sia riusciti a schierare 8 moto. Quelle ufficiali brancolano nel buio di scelte e strategie sbagliate, anche in Indonesia, visto che Bagnaia è stato fatto partire con il set up da asciutto, cambiato sulla griglia, sperando che la pista si asciugasse in fretta.

E invece no, con il risultato che Bagnaia ha fatto un’altra gara minchia e adesso aspettiamo il balletto delle scuse tra box e pilota e casa madre e filiali e concessionarie, che mio padre al mercato comprò. E Bastianini? Meriterebbe un bel voto solo per aver portato a casa, come molti altri la pelle, comunque ha chiuso 11°.

Stavolta è andata bene che nessuno, tranne Marquez, si è fatto male. Speriamo non ci sia un altro circuito e un altro corto circuito così, da sciamane della pioggia.

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