Regolamenti, tappe, scenari, è il momento di ripensare a tutto

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Il coronavirus non sta abbassando la guardia, anzi, in alcuni Paesi ha appena iniziato il viaggio di (poco) piacere. Questo inevitabilmente deve far pensare a tutti noi, che no, non sarà più come prima, anzi, forse quest’anno non sarà proprio più, nonostante gli sforzi della Dorna per tenere in piedi i suoi campionati (MotoGP e SBK) spostando di continuo le date nel calendario.

Nella trasmissione di Radio24, Tutti Convocati, Paolo Ciabatti di Ducati Corse, ha messo sul tavolo una serie interessanti di argomenti. Il primo: “Le vendite delle moto a livello globale scenderanno, per questo bisognerà ripensare agli investimenti da fare nel campionato” a fargli eco Fausto Gresini “le aziende stanno soffrendo e per questo non credo ci sarà la forza di spendere come prima, sarebbe giusto pensare di usare la stessa moto per due anni”.  I soldi sono il motore del motorsport, non ci sarebbero investimenti, ricerca e tecnologia senza massicce iniezioni di risorse nei reparti corsa e non ci sarebbero le moto in pista senza i team. La Dorna ha in mano il pallino, anche su questo. E’ infatti l’organizzatore spagnolo che, confrontandosi con la Federazione Internazionale, mette in moto una revisione dei regolamenti, quindi cari ragazzi di Madrid e Barcellona, mettete sulla vostra “to do list” anche questo.

Altro argomento è lo sviluppo. Le case giapponesi stanno andando avanti a migliorare il loro prodotto racing anche perché da loro il virus sembra meno incisivo che in Europa. Per questo Ducati (e forse pure Aprilia) ha alzato la questione: sarà necessario congelare lo sviluppo ai test forse, ma va a capire se poi verranno omologati quei motori/carene/ciclistiche o altre lievemente diverse.

Nella trasmissione era presente anche Carlo Pernat, il manager genoano (e non genovese, ok Carle’?) ha assolutamente bocciato un eventuale ricorso a gare senza pubblico. E’ vero la gente sulle tribune, i motociclisti che arrivano da ogni dove sono la vera linfa delle corse di moto, avere gare come quella del Qatar (dove di solito ci sono 4 gatti, quasi tutti sparsi nel paddock) non avrebbe senso. Ma è stato lo stesso Ciabatti a bocciare la cosa, mettendo anche in   guardia dalla pericolosità al momento presente per tutto il personale viaggiante del circus e per i relativi cari. “Noi siamo d’accordo anche a fare le gare a natale in Qatar – ha detto Ciabatti – ma prima bisognerà vedere come evolve la diffusione del virus, in alcuni Paesi, come in America, sono ancora indietro e non sapremo quando sarà possibile andare li ad esempio” senza parlare poi di alcuni luoghi dove vige la quarantena in ingresso (quasi tutti in questo momento).

Dunque, la trasmissione ha dato degli spunti di riflessione importanti. Anche gli addetti ai lavori si stanno ponendo delle domande, alcune di queste non ancora pubblicamente affrontate dalla Dorna, che si ritrova in mano una questione molto spinosa e potenzialmente letale per se e per lo stesso paddock. Il regolamento tecnico andrà gioco forza aggiornato. Le case, tutte, nel medio periodo non si potranno più permettere investimenti di decine di milioni di euro per lo sviluppo delle moto, anzi, nel breve periodo per Ducati e Aprilia, molto probabilmente ci saranno problemi nell’approvvigionamento di ricambi e di pezzi che arrivano dai fornitori esterni (chiusi per virus). Allo stesso modo le aziende che sponsorizzano sono in difficoltà. In Italia si ricorre alla cassa integrazione, in altri posti “business is business” e si licenziano lavoratori, questo significa che di soldi per attaccare patacchini sulle carene non ce ne sono più mica tanti. C’è da ragionare pure su questo. 

Inoltre c’è da dare un inizio e una fine a questa stagione, partita solo per Moto3 e Moto2. Spostare all’infinito non si può. La Spagna è un mega focolaio (e proprio oggi il GP di jerez dove avrebbe dovuto partire la stagione è stato spostato a data da destinarsi), in Italia siamo blindati in casa forse fino al 31 luglio (da decreto emergenza), in molto altri Paesi si naviga a vista (USA, Inghilterra, Francia e Germania ad esempio non hanno le idee chiare su nulla, figuriamoci sulla MotoGP).

Come ho già scritto, sarebbe l’ora di prendere delle decisioni, con coraggio per la sopravvivenza di MotoGP e SBK, magari come è stato fatto per le Olimpiadi, spostate di netto di un anno, bisognerà mettere sotto naftalina questa stagione per capire cosa succederà nel 2021, nel frattempo lavorando per non farsi trovare impreparati agli scenari futuri.

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