Sono tornate le Race Replica, le Superbike sono superate

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Continuano ad arrivare le novità. Il Salone di Milano nel suo centenario si sta confermando evento da segnare negli annali. Dopo la Ducati Panigale 1299 da 205 CV, dopo la Kawasaki H2 sovralimentata (già vista a Colonia), dopo il restyling Aprilia RSV4 c’è anche la Honda RCV213 “stradale”.

Honda RC30  5Questa particolare moto è l’ennesima dimostrazione di forza della casa giapponese. Con la RCV dotata di targa e frecce si vuole rinverdire i fasti delle mitiche RC30, le prime V4 supersportive (dopo la sport tourer VFR lanciata nel 1986, ovvero un anno prima della RC30), a dominare nella Superbike. Rispetto alle race replica di allora, queste moto erano comunque qualcosa di completamente diverso. Quando uscì la RC30, se si voleva una replica del mondiale bisognava comprare una Yamaha RD500 o una Suzuki RG Gamma 500, al limite una Honda NS400 tre cilindri. Insomma se volevi sembrare un pilota dovevi comprare una due tempi.

Con la RCV, e con le R1 in parte, il concetto di superbike pura sparisce per lasciare spazio alle nuove race replica, che con le derivate di serie non c’entrano più nulla. La RCV in particolare è la vera replica della moto che domina il mondiale MotoGP con Marc Marquez. Non a caso l’asso spagonolo ha presentato lui all’Eicma la sua Replica. Non c’erano dunque i piloti della SBK (anche perché lasciati a piedi da Ten Kate e in via di ricambio) e comunque vicino alla nuova mille della Honda, l’attuale CBR anche nella versione SP (super pompata?) sparisce.

10171632_10152683697518855_4944120555265452396_nLa continuità con le derivate di serie “umane” è sparita del tutto. Da questa generazione in poi di supersport potrebbero sparire anche i piloti amatori, a vantaggio di facoltosi personaggi in grado di comprare le varie RCV o le R1M, capaci di schierare oltre alla moto anche un telemetrista e un meccanico.

Parliamoci chiaro, l’asticella, ora alzata in modo esponenziale da queste nuove supersport estreme, porterà alla creazione di una nuova fascia di moto, magari ancora più tranquille e più avvezze al marciare su strada in modo comodo e sicuro (per la patente).

Per ora godiamoci il momento di estrema vitalità dell’Eicma, che ci riconsegna per il secondo anno consecutivo, un settore – quello delle due ruote – in costante evoluzione, alla faccia della crisi (che ancora morde) e del codice della strada (sempre più discutibile in alcuni versi).

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